Cotonificio Cantoni - Gli inarrestabili Telai - Luoghi Fantasma

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Cotonificio Cantoni - Gli inarrestabili Telai

Luoghi Fantasma > Italia > Lombardia
Provincia: Varese
Tipologia: Azienda tessile
Stato attuale: Mediocre
Periodo edificazione: 1828
Periodo abbandono: 2004
Motivo abbandono: Fallimento
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Il cotonificio Cantoni era un’azienda tessile situata nella provincia di Varese ed ha avuto una lunghissima attività; infatti, la sua fondazione risale all’anno 1828 e la chiusura al 2004, anno molto vicino al presente.
Nella sua lunga attività ha anche detenuto il primato di azienda tessile di maggiore importanza in Italia per un tempo piuttosto lungo.
L’azienda usava il fiume per attivare molti dei suoi meccanismi, il fiume in questione era l’Olona e i meccanismi erano i precursori di quelli che avrebbero poi caratterizzato la rivoluzione industriale qualche anno dopo.
L’azienda era dell’impresa Costanzo Cantoni e la proprietà di Camillo Borgomanero; l’impresa decollò soprattutto dopo la metà del XIX secolo grazie alla rivoluzione che portò il processo d’industrializzazione moderno.
A testimonianza della sua importanza bisogna ricordare che l’azienda fu l’unica del nord della penisola dell’epoca a prendere parte all’Esposizione Universale di Parigi del 1855.
Il suo nome divenne “Società Anonima Cotonificio Cantoni” nel 1872 e con questo nome divenne famosa, anche perché fu la prima impresa cotoniera italiana a divenire una società per azioni.
Il periodo d’oro del cotonificio si ebbe nel XX secolo, durante la prima decade, piazzatasi fra le prime aziende per guadagni in Italia e con ben 1500 operai e 1350 telai; fu così che iniziarono ad essere costruiti gli alloggi per gli operai e le scuole elementari per i loro figli.
La prima guerra mondiale fu un momento difficile, poiché le materie necessarie a lavorare in fabbrica mancavano, così il complesso si votò alla produzione di materiale bellico e poté andare avanti.
Al termine della guerra l’azienda aveva mantenuto la sua floridità al punto da costruire anche altre abitazioni.
Il secondo conflitto mondiale comportò la costrizione, da parte delle autorità, alla produzione di materiale bellico; certo le materie prime erano sempre difficili da reperire, ma la conversione portò giovamento all’impresa che ne uscì benissimo al termine del conflitto.
Il cotonificio rimase solido sino agli anni ’50, quando il confronto con altre aziende si faceva più aspro e i primi cenni di globalizzazione erano spuntati fuori. Iniziò il declino che portò l’azienda ad avere debiti enormi negli anni ’80 e la stessa iniziò ad essere comprata e venduta a ritmi forsennati, iniziando anche lavori di risanamento che però non ebbero gli effetti sperati. La chiusura definitiva avvenne nel 2004.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Alex Roselli
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