Stazione di Lagonegro - Crocevia mancato del Sud - Luoghi Fantasma

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Stazione di Lagonegro - Crocevia mancato del Sud

Luoghi Fantasma > Italia > Basilicata
Provincia: Potenza
Tipologia: Stazione Ferroviaria
Stato attuale: Mediocre
Periodo edificazione: XIX – XX secolo
Periodo abbandono: anni ’70-‘80
Motivo abbandono: Vari
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Lagonegro, qualche decennio fa, segnava il crocevia ferroviario di più linee, pertanto, la sua stazione, risultava essere di grande importanza logistica.
La stazione si trova a due chilometri dal centro abitato, poiché il paese si sviluppa su uno sperone roccioso e la ferrovia corre al piano; una prima linea giungeva da Sicignano degli Alburni e ivi terminava, appartenente alle FS, e l’altra linea, invece, era di proprietà delle Ferrovie Calabro - Lucane e da Lagonegro giungeva sino a Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza. Inizialmente, il progetto prevedeva il collegamento della stazione di Lagonegro con Maratea, ma non fu mai iniziato alcun lavoro a causa della complessità del territorio.
La ferrovia Signignano - Lagonegro fu inaugurata nel 1886 ed era una variante nascente dalla linea Battipaglia - Potenza; fu chiusa nel 1987 e furono attivate autolinee sostitutive non dichiarando, di fatto, la soppressione definitiva della linea.
La linea era molto importante, poiché permetteva di collegare zone dell’entroterra, all’epoca, difficilmente raggiungibili in maniera differente e, in seguito al prolungamento sino in Calabria, molti borghi dell’interno potevano finalmente avere maggiore libertà di movimento.
Questa era la Linea:

  • Sicignano degli Alburni
  • Castelluccio Cosentino
  • Galdo
  • Petina
  • Auletta
  • Pertosa
  • Polla
  • Atena Lucana
  • Sala Consilina
  • Sassano - Teggiano
  • Padula
  • Montesano - Buonabitacolo
  • Casalbuono
  • Casalaetto - Battaglia
  • Lagonegro

La seconda ferrovia, quella che collegava Lagonegro a Spezzano Albanese, era importante perché ricollegava due tronconi di ferrovia delle FS sino ad allora divisi.
 

Cosenza, sin dalla fine del XIX secolo, chiedeva a gran voce un ampliamento della sua rete ferroviaria che, con questa nuova tratta, gli fu concessa.
La ferrovia fu inaugurata a tronconi, non in maniera omogenea, poiché tutto il tratto è estremamente tortuoso e la costruzione impiegò anni ad essere completata.
Il primo troncone fu inaugurato nel 1915 e l’ultimo nel 1931.
Il progetto, nella sua totalità, prevedeva di collegare Bari al sud della Calabria, passando anche per Matera ed altre località che, ad oggi, non posseggono una ferrovia nonostante il progresso e nonostante si faccia tanta pubblicità all’alta velocità. Tale arretratezza, evidentemente voluta dallo Stato invasore, cozza molto con il primato della prima ferrovia del Regno delle due Sicile.
Il progetto, come detto, non è mai stato completato e i tracciati sono sopravvissuti non più di 50 anni, venendo ufficialmente soppressi nel 1978.
Il tracciato della linea era il seguente:

  • Lagonegro
  • Rivello
  • Nemoli
  • Pastorella
  • Lauria
  • Galdo
  • Prestieri
  • Castelluccio Superiore
  • Castelluccio Inferiore
  • Rotonda - Viggianello
  • Laino Borgo
  • Laino Castello
  • Pietragrossa
  • Papasidero
  • Mormanno
  • Campotenese
  • Carbonaro
  • Morano Calabro
  • Crocefisso
  • Castrovillari
  • Frascineto Pietà
  • Frascineto
  • Civita
  • Madonna della Catena
  • Cassano allo Jonio
  • Garda
  • Spezzano Albanese

Le due linee, in particolar modo quella da Sicignano, non avevano infrastrutture tali da collegare i comuni vicini con le stazioni di appartenenza, impedendo l’ampliamento del bacino di utenza ai comuni limitrofi; la linea fu chiusa con la scusa della scarsa utenza ma, invece, aveva un potenziale enorme, considerato soprattutto che oggi, nel 2016, esistono ancora notevoli difficoltà di collegamento in tutta la zona.
La stazione in questione, quindi, ricopriva un’importanza enorme quando era attiva; aveva solamente tre binari intervallati dai classici marciapiedi per l’accesso ai treni; ci sono più edifici, addirittura uno di questi ha ospitato un dirigente di movimento per venti anni dopo la chiusura della linea, c’è la stazione stessa ed anche altre strutture che appartengono sia alla stazione che alla linea.
Lungo i percorsi delle linee ferroviarie è possibile trovare le vecchie stazioni che solo in pochi casi hanno trovato una differente destinazione d’uso, le altre giacciono abbandonate in uno dei territori più affascinanti del sud e, in particolar modo, c’è un luogo della linea Lagonegro – Spezzano Albanese che val la pena vedere.
Stiamo parlando di un ardito e particolare ponte che corre proprio nelle immediate vicinanze di Lagonegro; tale ponte, chiamato, oggi, dalla gente del luogo, il “ponte dello studente” è un viadotto oramai inutilizzabile perché pericolante e innalzato in una delle arcate.
Tale viadotto è stato testimone di numerosi suicidi, da qui il nome locale, e, a causa dei movimenti geologici del luogo, una parte del ponte si è mossa relativamente all’altra generando una divisione ed un innalzamento.
Sin dalla sua costruzione, datata 1915, il ponte è stato soggetto a deformazioni continue sino al 1955, quando una frana comportò un cedimento di rilievo e la chiusura del ponte che in quel tratto costrinse le società a sostituire la linea con un autobus.
Oggi il ponte è per ovvi motivi inaccessibile e le gallerie che lo collegano sono state murate. Date le condizioni è ovviamente sconsigliabile cercare di raggiungerlo.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Salvatore Gresia
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