Ascensore di Pizzofalcone - Il progresso tecnologico dell'800 dimenticato - Luoghi Fantasma

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Ascensore di Pizzofalcone - Il progresso tecnologico dell'800 dimenticato

Luoghi Fantasma > Italia > Campania
Provincia: Napoli
Tipologia: Ascensore
Stato attuale: Pessime condizioni
Periodo edificazione: Anni ‘20
Periodo abbandono: Fine anni ‘60
Motivo abbandono: Infiltrazioni d’acqua
Accesso: Impossibile
Modalità di visita: Impossibile
L’ascensore che collegava il piazzale della scuola Nunziatella, in via Parisi, sulla collina Pizzofalcone e l’ingresso della Galleria Vittoria, su via Chiatamone, era uno dei tasselli importanti della mobilità detta “obliqua” di Napoli.
La mobilità “in verticale” è sempre stata di moda a Napoli e il primo a proporre una rete piuttosto ramificata nella città fu l’urbanista Lamont Young attraverso l’uso di ascensori e funicolari.
L’ascensore in questione fu costruito, però, negli anni ’20 del ‘900, in pieno fascismo, e serviva la scuola militare Nunziatella, da sempre fiore all’occhiello della città di Napoli e il quartiere di Pizzofalcone che era uno dei quartieri più popolosi della città.
A quei tempi la zona era particolarmente importante, non solo per la presenza della scuola, ma anche perché è stato il nucleo primario della città; si racconta che i napoletani raggiungessero Pizzofalcone alla ricerca di moglie, poiché in quel di Pizzofalcone c’erano le donne più belle di tutta Napoli.
Ma tralasciando queste storie, Pizzofalcone è sempre stata una città nella città, alternando ricchezza e povertà a breve distanza ed ospitando tutte le classi sociali.
L’ascensore era dotato di due cabine piuttosto ampie che potevano ospitare sino a dieci persone a corsa; l’impianto era dotato anche di una scala di emergenza con due piani intermedi e funzionava con un motore elettrico a corrente continua.
L’ascensore funzionò regolarmente sino al 1966, anno in cui il comune di Napoli lo cedette alla SIP (attuale Telecom) poiché l’ascensore, nella parte alta, finiva proprio nel palazzo della SIP appena costruito denominato Palazzo Pacanowski, dal nome dell’architetto che lo aveva progettato.
Nel 1966 agli ascensori fu dedicato un restyling che terminò nel 1967 e l’ascensore fu riaperto il 24/04/1968, ma, purtroppo, iniziarono ad esserci delle infiltrazioni d’acqua che compromettevano la sicurezza dell’ascensore stesso e, il 3/09/1968, l’ascensore fu chiuso definitivamente.
Ora il plesso versa in stato di totale abbandono con inferriate arrugginite e immondizia in ogni dove all’interno. È il luogo preferito per affiggere avvisi di ogni tipo e, parte del plesso stesso, è stato ristrutturato ed ospita la portineria della Università Parthenope che, nel frattempo, dal 2010, ha rilevato il Palazzo Pacanowski.
Da valutazioni tecniche fatte dal comune, pare sia possibile risolvere il problema delle infiltrazioni d’acqua e ripristinare l’ascensore, ma, incredibilmente, l’ascensore è stato lasciato così com’è e si trova fra un ascensore moderno, costruito nel 1956 e rammodernato in toto nel 1990, che unisce Via Chiaia a Via Nicotera e un ascensore in costruzione che unirà, non si sa quando visti gli eterni lavori, Via Santa Lucia al belvedere di Pizzofalcone sul Monte Echia.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto
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