Villa de Vecchi - La "maledetta" casa rossa - Luoghi Fantasma

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Villa de Vecchi - La "maledetta" casa rossa

Luoghi Fantasma > Italia > Lombardia
Provincia: Lecco
Tipologia: Villa
Stato attuale: Buono
Età di edificazione: 1850 ca
Data di abbandono: XX secolo
Motivo dell’abbandono: Crolli
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Non consentita
Nella provincia di Lecco le leggende sono molto diffuse ed è anche comprensibile capirne il motivo.
In questa zona ci sono molte strutture suggestive che, incastonate in un panorama particolare, conferiscono alla zona una bellezza e particolarità unica.
Verso Cortenova c’è una villa famosa oramai in tutto il mondo, è la famosissima Villa de Vecchi, denominata anche Casa Rossa; la sua architettura e le sue storie hanno alimentato leggende per quasi un secolo.
La prima riguarda la sua costruzione commissionata dal Conte Felice de Vecchi, capo della Guardia Nazionale, che soleva passeggiare in zona finché un giorno, accomodatosi sotto un albero a riposare, decise che quel punto sarebbe stato perfetto per la costruzione della sua futura casa.
La Villa de Vecchi, quindi, vide forma per la prima volta così nella mente del Conte e fu commissionata nel 1854 all’architetto Alessandro Sidoli; la villa fu ultimata in tre anni, ma l’architetto non vide il termine dell’opera poiché morì in circostanze misteriose prima del termine dei lavori.
La geologia del luogo offrì il soprannome della villa, poiché in zona è assai diffusa l’arenaria rossa che è stata utilizzata per la realizzazione della maggior parte della struttura; l’abbellimento della residenza de Vecchi fu completato con un giardino ricchissimo di specie esotiche e locali che hanno, oggi, l’onore di essere inserite fra i monumenti “verdi” d’Italia.

La villa è suddivisa in quattro livelli, il primo è un sotterraneo, dove sono presenti lavanderia, cucine e dispense per cibo e bevande; questi locali sono messi in comunicazione da una carrucola con il piano superiore.
Il piano terra era il livello più vissuto della casa, con le stanze da pranzo e le stanze degli ospiti; il primo piano conteneva le stanze personali del proprietario e al secondo piano vi erano gli alloggi della servitù della casa.
L’ingegno del conte lasciò evidenti segni nella sua villa: non solo progettò un complesso sistema di tubi che collegavano tutti i camini della casa per poterla riscaldare, ma progettò anche un osservatorio astronomico che non fu però realizzato, al secondo piano della casa.
L’invenzione dei tubi sembra assai moderna, ma come ogni professionista del settore sa, se un’opera del genere non è fatta come si deve, le conseguenze saranno pessime… e così fu per la Villa de Vecchi, poiché fu proprio questa la causa della sua fine.
La perdita delle tubature fece soccombere all’inizio del ‘900 l’ultimo piano della casa per poi danneggiarla sempre più sino all’abbandono.
La villa ebbe anche i suoi momenti di gloria, come quando nel 1860, al termine della battaglia di Magenta, fu organizzata proprio dal conte una solenne cerimonia per festeggiare la caduta degli austriaci.
In quest’occasione dal conte fu donata una bandiera di seta con ornamenti d’oro che fu benedetta nel parco antistante alla villa al cospetto di numerose guardie nazionali e civili.
Il conte morì due anni dopo a soli quarantasei anni lasciando la villa nelle mani del fratello Biagio, poiché non aveva figli od altri eredi; il fratello vi dimorò solo per qualche anno, dopodiché la abbandonò e la manutenzione fu effettuata dalla famiglia di custodi per molto tempo.
Nei pressi della suddetta villa c’è anche la vecchia dimora dei custodi, vale a dire la vecchia residenza della famiglia Negri; la casa fu costruita in un secondo momento con meno cura e stile della precedente. Assieme a quest’altra casa vi è un'altra costruzione adibita a deposito.
Circa questa struttura, come detto, vi sono numerose leggende, una narra che nel primo dopoguerra soggiornò nella villa tale Aleister Crowley, uno dei maggiori esponenti di occultismo e satanismo dell’epoca.
Mr. Crowley era dedito a rituali sessuali e durante questi ricorreva sovente il colore rosso che poteva essere ritrovato sia nelle stanze sia nella scelta delle donne (dai capelli rossi) e da qui, probabilmente, scaturì il soprannome della villa “Casa Rossa”.
Crowley lasciò in eredità alla villa un gruppo di seguaci che si riunirono in una setta e che invocavano il demonio; durante uno di questi rituali, si dice che il demonio si manifestò e che prese possesso di uno dei membri della setta.
Il mattino dopo la polizia trovò i corpi straziati e dilaniati di tutti i membri, scarnificati a mani nude, ma il colpevole non fu mai trovato e identificato.
Alla fine del XX secolo la villa, dopo essere stata oggetto di numerose vendite, risultava di proprietà di quattro famiglie del luogo; le condizioni precarie della struttura, unite ad una frana che nel 2002 l’ha lambita, ne fanno un luogo abbandonato perfetto, ma anche un monumento all’oblio della storia locale.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Davide Barelli
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