Villaggio Asproni - Il paese dell'Ingegnere - Paesi Fantasma

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Villaggio Asproni - Il paese dell'Ingegnere

Paesi Fantasma > Italia > Sardegna
Provincia: Sud Sardegna
Tipologia: Borgo minerario
Stato attuale: Discreto
Periodo edificazione: 1910 ca.
Periodo abbandono: 1963
Motivo abbandono: Chiusura miniera
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Nei pressi della miniera di Seddas Moddizis si trova il nucleo urbano conosciuto come Villaggio Asproni, adibito a residenza del personale della miniera e delle loro famiglie.

Il nome deriva dal suo fondatore, l’Ing. Giorgio Asproni, che aveva anche acquisito la miniera a fine ‘800.
Il villaggio in questione è uno dei più suggestivi della Sardegna, sito nella zona sud occidentale dell’isola, è posto su un promontorio che gli conferisce una splendida vista verso il mare.
La miniera di Seddas Moddizis era oggetto di estrazione di materiali importanti per l’industria, quali piombo, zinco e bario i quali, in un secondo momento, fecero la fortuna del posto.

Nel 1868 iniziarono le esplorazioni nella zona e, nel 1870, iniziarono le prime estrazioni.
Nei primi anni ci furono alcuni problemi di estrazione, poiché non fu semplice individuare il giusto filone da estrarre, infatti, erano pochi i minatori impegnati nel lavoro di scavo ed estraevano piombo ed argento in piccole quantità. La svolta avvenne quando prese possesso della miniera l’Ing. Asproni che, nel 1885, diede nuova linfa al luogo costruendo le infrastrutture necessarie affinché si potessero arricchire le miniere di macchinari adeguati con i quali poi sarebbero iniziati degli scavi più approfonditi che avrebbero portato alla luce un sottosuolo pregno di materia prima.
Tra il 1905 e il 1911 Asproni assorbì l’intero pacchetto della miniera e costruì anche il villaggio in questione.

Fece in modo di ottenere tutti i permessi necessari ed edificò svariate case coloniche, affidò la coltivazione della terra nei dintorni e il taglio dei boschi in maniera tale da ottimizzare gli introiti della miniera sommandoli alla vendita di prodotti agricoli e legna da ardere.
Nonostante l’oculata gestione della stessa e dei territori accessori, era conosciuta come la miniera dei mutilati, a causa dell’altissimo numero di infortuni sul lavoro che occorrevano troppo spesso.
Il villaggio era attivo e florido, almeno sino agli anni ’20, quando poi iniziò la crisi della miniera; l’Ing. Asproni era proprietario e sindaco, si occupava di tutto lui, ma a conti fatti, forse, il fatto di non demandare ad altri alcuni lavori, fece si che qualcosa iniziasse a non andare come doveva, così i macchinari iniziarono ad essere obsoleti e gli furono rifiutati più volte gli aiuti statali a causa delle cattive condizioni di lavoro.

L’ultima volta che furono rifiutati fu nel 1934, quando Mussolini elargì non pochi aiuti alle miniere sparse sul territorio nazionale tranne che a quella di Seddas Moddizis.
Asproni si spense nel 1936 e con lui morì anche quella figura un po’  enigmatica, romantica e contraddittoria che governò l’omonimo villaggio.

 Successivamente alla dipartita dell’Ingegnere, il villaggio e la  miniera cambiarono radicalmente, arrivarono, finalmente, anche i  contributi statali che consentirono di avere l’elettricità e l’acqua;  altri sondaggi individuarono giacimenti di barite, da cui estrarre il  bario, e anche giacimenti di blenda.
Il villaggio riprese vita in  quegli anni nonostante i tanti problemi che attanagliavano l’industria  mineraria del tempo; nel 1963 giunse l’abbandono dell’impianto poiché  molti sondaggi diressero le grandi aziende verso Iglesias, zona più  ricca e parzialmente inesplorata.
Il nucleo urbano è costituito da  alcune case, c’è lo spaccio, la Chiesa di San Giorgio, poi ci sono  tutti gli uffici, la direzione della miniera, la scuola ed altri edifici  adibiti ad attività
commerciali.  La villa dove alloggiava l’Ingegnere era ricchissima e fastosa, ma ad  oggi, come in tutto il resto del paese, vi sono solo animali al pascolo  che l’hanno imbrattata con i propri escrementi.
In questo paese  aleggia anche una leggenda, quella dello spettro del Cavalier Toro, un  importante personaggio di Gonnesa, comune sito nei pressi. La leggenda  proviene da alcuni racconti popolari che presero piede nel ‘900.
Di recente il borgo è stato acquistato da privati e non è consentito l’accesso.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Alex W. Doc

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