San Nicola - La base dimenticata - Paesi Fantasma

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San Nicola - La base dimenticata

Paesi Fantasma > Italia > Puglia
Provincia: Foggia
Tipologia: Monastero e Base militare
Stato attuale: Mediocre
Età di edificazione: XI secolo
Data di abbandono: Sconosciuta
Motivo dell’abbandono: Sconosciuto
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
San Nicola è una frazione del comune di Cagnano Varano; paese o no, ha avuto più ruoli nel tempo, essendo stata sede di un monastero, frazione con abitanti e sede di un importante idroscalo (Ivo Monti) durante il XX secolo.
La sua storia inizia da lontano, la presenza di un monastero è segnalata su antiche carte già a partire dal 1058 come proprietario della zona e rimasto tale sino al 1782.
La zona è stata vittima di soprusi durante il XII secolo, dove si racconta di un tentativo di appropriazione indebita della terra per rivenderla andato male.
Ma è la sua situazione attuale a destare l’interesse di un sito come questo, poiché l’ex idroscalo è un vero e proprio paesino costituito da almeno una trentina di edifici tutti in uno stato assai mediocre ad esclusione di uno che fu ristrutturato alcuni anni fa, ma lo scopo non è mai stato chiaro poiché non è mai stato usato per alcuno scopo e rimane lì a guardare i suoi fratelli decadere.
Esiste un progetto di recupero attraverso un villaggio turistico, ma non è mai decollato.
L’idroscalo e gli edifici annessi risalgono agli anni ’20, furono edificati come baluardo per eventuali attacchi dall’altra sponda dell’Adriatico da parte degli austriaci, poi fu un’importante base durante il secondo conflitto mondiale.
Coeva alla costruzione dell’idroscalo e delle altre strutture è stata la chiesa di Santa Barbara, posta su una collinetta poco distante dal centro nevralgico del luogo; inoltre in tutta la zona sono ben evidenti tracce lasciate durante il medioevo e antecedenti. Infatti, il monastero su cui è stato fondato questo luogo pare abbia avuto origine sopra un’antica villa romana, testimoniato ciò dalla presenza di una strada romana che giungeva sin qui.
I motivi dell’abbandono non sono conosciuti, si può ipotizzare la chiusura dell’idroscalo e quindi l’abbandono da parte dei residenti, ma non ci sono nemmeno testimonianze dell’abbandono da parte dei monaci, ad esclusione di una carta che attestava la soppressione del monastero ad opera di Carlo III di Borbone nel 1750.
La zona, invece, è intrisa di leggende che affondano le origini nella storia; la prima vuole che i monaci che un tempo dimoravano qui fossero amici di Noè. Ciò voleva dire che fossero ottimi viticultori, quindi erano famosi per avere quantità di vino enormi e la leggenda vuole che le botti di questi monaci fossero gigantesche, taluni narrano di botti grandi quanto montagne. Questa leggenda avrà origine dal fatto che i monaci, nonostante fossero sempre generosi col vino, non ne fossero mai sprovvisti e che le enormi botti fossero collegate direttamente al monastero attraverso una tubatura; da qui la leggenda che, in zona, giacché ci sono tante sorgenti, una di esse fosse di vino.

La seconda riguarda l’abbandono del monastero da parte dei monaci; infatti, si narra che alcuni di essi che si stavano recando all’abbazia di Tremiti, sull’omonimo arcipelago, si fossero accorti di un estemporaneo attacco alla propria sede ad opera di corsari. Così, cercando di tornare indietro e avvisare i fratelli, riuscirono a fuggire e ad essere testimoni, loro malgrado, del saccheggio della struttura.
La leggenda termina con l’affermazione, da parte di molti pescatori, del fatto che quando il lago è assai calmo e limpido, sia possibile vedere la campana del monastero in fondo al lago, anche se alcuni, esagerando, raccontano addirittura di sentire i rintocchi sordi della campana…..
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto:

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