Roghudi - Chiodi e bambini... - Paesi Fantasma

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Roghudi - Chiodi e bambini...

Paesi Fantasma > Italia > Calabria
Provincia: Reggio Calabria
Tipologia: Borgo arroccato su sperone roccioso
Stato attuale: Strutture danneggiate
Età di edificazione: V secolo d.C.
Data di abbandono: 1973
Motivo dell’abbandono: Alluvione
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Libera
Nelle terre d’Aspromonte, a circa 600 metri di altitudine, a strapiombo sulla fiumara Amendolea, si trova l’antico borgo di Roghudi.

Costruito su uno sperone di roccia, fra rilievi aspri e impenetrabili ha una storia antichissima.

Una delle caratteristiche che rendono unico questo luogo è il fatto che è uno dei rarissimi casi in cui il suo territorio è suddiviso in due zone non confinanti, così come i comuni di Ragoli e Sinnai.

La cosa particolare è che le due porzioni di territorio siano molto lontane, 40 km per Roghudi, 34 km per Sinnai e 32km per Ragoli.
Una delle frazioni è una enclave nel comune di Melito Porto Salvo e lì è ubicata la zona nuova di Roghudi, ovvero Roghudi Nuovo; la seconda parte, quella di nostro interesse, è quella interna, sulla fiumara Amendolea, ovvero Roghudi Vecchio.
Roghudi è un centro di origine Grecanica molto antico e fu abbandonato a seguito di due alluvioni che a distanza di due anni colpirono l’abitato, la prima nel 1971 e la seconda nel 1973.

Fu così che l’abitato fu dichiarato inagibile e fu deciso di trasferire altrove gli abitanti, i quali furono spostati nelle nuove abitazioni di Roghudi Nuovo, nato dalla cessione di una porzione di territorio di Melito Porto Salvo.
Una delle particolarità del luogo è il fatto che siano presenti dei grossi chiodi conficcati nelle pareti delle abitazioni, dove erano fissate corde legate alle caviglie dei bambini per evitare che questi, mentre giocavano, potessero precipitare nel burrone che caratterizza e circonda tutto l’abitato.
Una storia senza fonte narra che i centri
come Roghudi nascessero all’interno e sulle fiumare, poiché le fiumare stesse, all’epoca, pare fossero navigabili da piccole imbarcazioni.
In ogni caso lo scenario di questo luogo è da togliere il fiato, perché il borgo, incastonato tra le montagne, si adagia a circa 500 metri di altitudine su una collina che svetta dal letto e scende quasi a lambire la fiumara.
A  poca distanza dal borgo si trovano due formazioni geologiche degne di  nota: le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago. Sono rocce modellate  nel tempo dal vento, dalla pioggia e dal ghiaccio, fino a diventare  curiosi monumenti naturali.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto:

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