Leri Cavour - L'azienda del Conte - Paesi Fantasma

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Leri Cavour - L'azienda del Conte

Paesi Fantasma > Italia > Piemonte
Provincia: Vercelli
Tipologia: Grangia
Stato attuale: Buono
Età di edificazione: XI sec
Data di abbandono: anni ‘90
Motivo dell’abbandono: Vari
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
Nel prolifico Piemonte, in provincia di Vercelli, sorge il vecchio abitato di Leri Cavour, una grangia molto importante nella zona, almeno sino a qualche anno fa.
Il nome proviene proprio dalla presenza della famiglia di Camillo Benso Conte di Cavour e famosa anche per la presenza della vicina centrale elettrica.
La zona era inizialmente paludosa e poco adatta allo stanziamento dell’uomo, ma i monaci cistercensi, nell’XI secolo, la bonificarono rendendola vivibile; già meno di un secolo dopo la zona era ampiamente sfruttata per la coltivazione e l’allevamento ed esisteva un imponente struttura adibita ad azienda agricola.
Nel XV secolo il luogo era l’azienda più importante del vercellese ed un importante luogo di culto per i monaci stessi; Nel XVI secolo divenne parrocchia e mantenne indipendenza e influenza sino alla dominazione francese, quando poi divenne una proprietà di Napoleone Bonaparte.
Nel 1807 la grangia fu venduta a Camillo Borghese che poi, nel 1822, la vendette al Marchese Michele Benso di Cavour, padre di Camillo.
L’azienda, una volta rilevata dalla famiglia Cavour, fu portata al massimo splendore attraverso l’attuazione di politiche economiche oculate e l’adeguamento delle tecniche di coltura con tecnologie all’avanguardia.
Grazie alla gestione dei fratelli Camillo e Gustavo l’azienda migliorò sempre di più e lo stesso Camillo, anche nei periodi assai fitti d’impegni politici, soleva ritirarsi appena possibile in questa che lui definiva oasi di pace.
La struttura era così ben avviata da ospitare anche le abitazioni dei lavoranti, cosa che conferì a Leri lo status di vero e proprio paese.
Questo pezzo di storia della campagna vercellese è molto interessante, come detto è ubicata nelle immediate vicinanze della centrale termoelettrica Galileo Ferraris, uno dei tanti pugni nello stomaco dal punto di vista paesaggistico presenti nella zona, ma, nonostante ciò, è immersa nel verde e nella tranquillità.
Gli edifici che s’incontrano passeggiando fra le sue rovine sono quelli tipici di un enorme impianto agricolo, come scuderie, fienili e granai; ovviamente vi sono le abitazioni dei lavoranti, la chiesa (1718-1720) e un vecchio mulino. Certamente il luogo di maggiore interesse è quello dove dimorava la famiglia Cavour, una splendida villa su due piani con i soffitti interamente affrescati; ogni camera aveva un camino finemente decorato e ricche finiture in tutta la casa.
L’abbandono del luogo non è cosa facile da definire, perché senza dubbio durante gli anni ’60 c’è stata una prima fase di spopolamento del borgo a causa dell’avvento dell’industria e del processo industriale legato all’agricoltura.
Negli anni ’80 il borgo restava vivo grazie agli impiegati della vicina centrale termoelettrica che avevano deciso di vivere lì essendo molto vicini al luogo di lavoro.
Negli anni ’90 qualcosa ancora sopravviveva a Leri, ma era solo qualche sussulto, perché negli anni ’90 non rimarrà più nulla di vivo fra quelle stradine.
Dato l’abbandono effettivo recente, non è il tipico luogo abbandonato con la vegetazione che ha già assalito le mura e gli edifici, ancora è tutto abbastanza in ordine, come se qualcuno ancora vi dimorasse.
Chi si avventura oggi a Leri Cavour, può imbattersi nei soliti curiosi appassionati di abbandono o potrebbe trovarsi in uno scenario di guerra, dove squadre di soldati si sfidano fra le mura abbandonate del borgo.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Raziel & Fabio Di Bitonto
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