Gran Croix - Storie di confine - Paesi Fantasma

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Gran Croix - Storie di confine

Paesi Fantasma > Mondo > Francia
Provincia: Savoia
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Vario
Periodo edificazione: Sconosciuto
Periodo abbandono: 1986
Motivo abbandono: Edificazione diga
Accesso: Su sentiero
Modalità di visita: Senza restrizioni particolari
Grand Croix è una frazione di Val-Cenis, alle falde del monte Lamet, in Francia.
Posto a 1880 metri di altitudine, si trova a pochi passi dal celebre lago del Moncenisio e, quindi, dal confine italiano.
Il borgo era chiamato Gran Croce dagli italiani e aveva anche il suo toponimo in francoprovenzale (Gran-Crouéx) ed in piemontese (La Gran Cros). La ragione di questi nomi non è dovuta soltanto alla vicinanza col confine, bensì al fatto che il borgo fosse italiano a tutti gli effetti sino al 1947; infatti, sino ad allora apparteneva al comune di Venaus (TO).
Il trattato di Parigi, nel 1947, fu concordato al termine del secondo conflitto mondiale e sancì le sanzioni economiche e la spartizione dei territori talvolta riportandoli a com’erano prima del conflitto, altre, invece, privando del tutto conquiste precedenti (l’Italia perse Albania, Libia, Somalia, Dodecaneso e Tientsin in Cina).
Tra i vari territori da cedere o restituire, c’era quello di Gran Croix, ceduto ai cugini francesi.

Il borgo in questione, di cui non si sa molto sulla sua costruzione, doveva essere probabilmente un alpeggio che si sviluppò, in tempi lontani, grazie alla sua posizione strategica e alle condizioni climatiche relativamente favorevoli per la zona. La ferrovia del Moncenisio servì la zona tra il 1868 ed il 1871, cosa che ebbe sicuramente la sua importanza per lo sviluppo del piccolo borgo.
Purtroppo negli anni ’80 la costruzione della diga del Moncenisio ne condizionò la tranquillità e il borgo fu abbandonato nel 1986.

Esiste, posto proprio all’ingresso del villaggio, un posto di guardia francese ed un piccolo museo.
Le condizioni del borgo sono abbastanza varie, poiché alcune costruzioni sono molto ben conservate, mentre altre fanno molta fatica a mantenersi in piedi.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto:
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