Curon Vecchia - Se l'abbandono diventa meraviglia - Paesi Fantasma

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Curon Vecchia - Se l'abbandono diventa meraviglia

Paesi Fantasma > Italia > Trentino Alto Adige
Provincia: Bolzano
Tipologia: Borgo Rurale
Stato attuale: Sommerso
Periodo edificazione: Medievo
Periodo abbandono: 1950
Motivo abbandono: Costruzione diga
Accesso: Barca o a piedi se il lago è ghiacciato
Modalità di visita: Non consentita
All’inizio della seconda metà del 1800, un ingegnere del posto, Josef Duile, decise di ricavare nuove terre utili alla coltivazione per i suoi concittadini, attraverso l’abbassamento del livello del Lago di Curon con un sistema di argini sul torrente Rio Carlino.

Questo progetto subì notevoli ritardi a causa di una sciagura naturale, una frana, che arrecò devastazioni in tutti i paesi della valle.

Quest’opera innescò il successivo progetto di ricavare da questo torrente energia elettrica.

Il primo, risalente agli anni ’20, comportò un innalzamento del livello del lago di circa 5 metri; questo incremento non comportava alcun problema per gli abitati e gli abitanti.

Nel 1939 lo Stato Italiano diede il compito alla società Montecatini di realizzare un bacino artificiale per lo sfruttamento dell’energia elettrica sviluppando in grande il precedente progetto degli anni ’20.
Questa società, forte dell’appoggio dello Stato Italiano, come spesso è accaduto, senza coinvolgere attivamente la cittadinanza, progettò e approvò l’innalzamento del livello del lago di altri 20 metri.

Il progetto fu abbandonato a causa del secondo conflitto mondiale, la cittadinanza sperava fosse accantonato per sempre, ma ciò non avvenne: nel 1947 la società Montecatini annunciò la ripresa dei lavori per la costruzione della diga.
I cittadini non accettavano di sentirsi derubati delle proprie storiche case e dei terreni utili al sostentamento, infatti, l’intera popolazione, capeggiata dal parroco dell’epoca, scomodò tutte le istituzioni possibili, essendo ricevuti addirittura dall’allora Papa Pio XII; ma fu tutto inutile.
La diga fu completata nel 1950 e furono divorati dalle acque oltre 700 ettari di terra. Ciò causò lo sfratto forzato di 150 famiglie private di terre e casa oltre che della propria identità; inoltre gli indennizzi per gli espropri, furono insufficienti a continuare la vita altrove e la maggioranza degli abitanti di Curon Vecchia fu costretta in prefabbricati freddi forniti dalla ditta Montecatini.
In conclusione questa popolazione si vide espropriare a costi esigui le proprie terre, si vide portar via la casa e la terra, si ritrovò senza lavoro e a
vivere in fredde ed umide baracche. Oltre a sentirsi ignorata ed umiliata aveva dinanzi la visione del proprio paese sotto l’acqua, quel paese dove c’era tutta la loro memoria storica, culturale, familiare, i propri ricordi le proprie cose…

Tutto accadde nella totale impotenza di tutti perché le vittime, a loro dire, erano di una comunità di una minoranza linguistica e culturale che non aveva alcun tipo di tutela allora.

La gente del posto tuttora soffre ripensando ai soprusi vissuti sulla propria pelle e su quella dei propri genitori.

Arrivando ai giorni nostri vediamo che dal lago spunta il Campanile di una chiesa del ‘300, la stessa chiesa che con la sua scomparsa ha provocato tanta sofferenza testimoniando l’avidità di alcuni individui.

In estate il lago offre un paesaggio da cartolina con montagne verdi e un lago bellissimo con un campanile, ospite inatteso, di un paesaggio alpino.

In inverno invece, grazie al lago gelato ed al livello basso dell’acqua, è possibile raggiungere il campanile a piedi.
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Articolo: Fabio Di Bitonto
Foto: 
http://www.flickriver.com  utente: crazyringlets
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