Consonno - La Las Vegas brianzola - Paesi Fantasma

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Consonno - La Las Vegas brianzola

Paesi Fantasma > Italia > Lombardia
Provincia: Lecco
Tipologia: Città dei balocchi
Stato attuale: Edifici abbastanza conservati
Età di edificazione: X secolo
Data di abbandono: 1976
Motivo dell’abbandono: Frane
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni
La città dei balocchi...

"Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo e che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
 (Cesare Pavese)

Il sito www.consonno.it così inizia il suo viaggio verso Consonno e anche io, condividendo appieno l’espressione di Cesare Pavese, voglio introdurre questo paese fantasma.
Quando nella storia ci sono cambiamenti epocali, c’è sempre un eccentrico di turno che esagerà un po’… Nel caso di Consonno l’esagerazione è stata il voler coronare un sogno originale ed interessante, ma che purtroppo ha avuto vita breve.
La Brianza
d’un tempo era fatta di verdi distese, cascine e piccoli borghi rurali; tra un lago e l’altro e i frequenti torrenti, sorgevano numerosi borghi caratteristici.
Uno di questi si ergeva in una posizione particolare, a quasi 800 metri di altitudine e con una vista spettacolare sulle vallate.
Era proprio Consonno, ubicato sul monte Brianza, appartenente al comune di Olginate (LC). Questo borgo si sostentava prevalentemente sui castagneti e un po’ di allevamenti e agricoltura, non aveva nulla a pretendere, era abitato da gente onesta e lavoratrice.
La vita rurale era dura ad inizio secolo (1900 ndr) e fu proprio la base che condusse gli abitanti, nell’arco di qualche decennio, ad abbandonare in larga parte i campi per cedere alla più allettante fabbrica cittadina.
Consonno aveva la caratteristica, purtroppo per i paesani, che nessuno degli abitanti fosse proprietario della casa, infatti erano semplici inquilini del padrone di tutto il borgo, vale a dire la “Immobiliare Consonno Brianza”. Assieme alle strutture anche i campi circostanti erano di prorieta della società in questione, pertanto, quando un’allettante offerta giunse dal  Conte Bagno, non si esitò a vendere.
Un giorno quindi, nei vivaci anni ’60, l’intero borgo fu venduto, gli abitanti sfrattati e le case demolite.
Questo fu l’inizio della fine di Consonno; ma partiamo dall’inizio:
la sua storia ebbe inizio nel X secolo quando risulta citato in alcuni documenti di poco posteriori.
La vita a Consonno scorse lenta e tranquilla attraverso passaggi di mano a vari monasteri e proprietà sino agli anni ’60, quando il Conte di Valle dell’Olmo, Mario Bagno, decise di farne la sua Las Vegas personale.
Il luogo non aveva un tema preciso, furono presi spunti vari da tante località del mondo e messe assieme in un puzzle male incastrato.

Le pubblicità dell’epoca raccontavano di “un cielo più azzurro”, scritta peraltro posta sulla porta all’ingresso del paese in stile tipicamente medievale.
A questa scritta si affiancò quella che recitava che “A Consonno è sempre festa”-
Vi era un minareto, una galleria di negozi tutta in stile arabeggiante, così come gli alloggi del personale, cannoni e sentinelle all’ingresso, sale da gioco, sale da ballo, pagode cinesi e sfingi egiziane e chi più ne ha più ne metta.
Molte di queste cose non si sono conservate purtroppo, anche perché gli anni ’60 per Consonno furono ruggenti e di successo, proseguirono sino negli anni ’70, con ospiti di eccezione nel paese e con un successo forse insperato, ma poi, nel 1976, una frana si staccò dalla collina dissestata dallo scempio di costruzioni e sbarrò la via di accesso alla cittadina lasciandola a se stessa.

Da qui la transizione a “fantasma”, con un lento aumento delle visite in paese col passare del tempo grazie alle cineprese che lo hanno immortalato più volte e turisti curiosi.
Entrando nel borgo però, si ha la sensazione di essere finiti in un luogo tuttaltro che fantasma e deserto.
Le svariate auto dinanzi la sbarra e le numerose moto fanno presagire una consistente presenza umana.
Tanto per cominciare, attraverso l’ingresso superiore di Consonno, si accede al terreno/abitazione privata di alcune persone del luogo con cancello che dà proprio sulle strade del paese; inoltre, recandosi verso la chiesa, è evidente che sia in funzione con tanto di probabile abitazione usata e auto parcheggiata fuori.
Esiste un locale, aperto periodicamente, che organizza numerosi eventi in sede.
Detto ciò, visitanto la prima struttura che si incontra nel paese, troviamo due persone che stanno facendo un servizio fotografico.
La struttura è pesantemente devastata e danneggiata, con una grande quantità di immondizia al suo interno. Al di fuori della stessa vi è un vecchio camion diventato preda di writers.
La visita al resto delle strutture è sempre accompagnata da svariati fotografi o curiosi che girano assieme a me e che incontro moltissime volte.
Salutarsi nel vecchio hotel con 4 coppie differenti, ritrovarsi ancora col fotografo e la modella… osservando stanze vuote e con enorme difficoltà a riuscire a sentire o immaginare qualcosa…
Alla fine, probabilmente, oltre a me, erano presenti almeno altre 25 persone.
Si trovano pezzi di Consonno qui e lì, tra i marmi di serpentino di cui è fatta la hall dell’albergo, all’interno della quale, peraltro, c’è un disegno di come sarebbe dovuta essere la cittadina ai tempi di splendore… la fontana, enorme, altissima, il minareto, la torre e la galleria commerciale…
Tutto dice “fasto”, “festa”, “ricchezza”, però a quanto pare non è servita a salvare Consonno, luogo dove adesso nemmeno un appassionato di Paesi abbandonati riesce a stare in santa pace…
Per la descrizione delle attività e per completezza di informazioni si rimanda sempre al sito www.consonno.it.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto - Davide Barelli
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