Cavallerizzo di Cerzeto - La montagna cammina... - Paesi Fantasma

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Cavallerizzo di Cerzeto - La montagna cammina...

Paesi Fantasma > Italia > Calabria
Provincia: Cosenza
Tipologia: Borgo Arbereshe
Stato attuale: Condizioni variabili
Periodo edificazione: Metà XV
Periodo abbandono: Marzo 2005
Motivo abbandono: Frana
Accesso: Su strada impraticabile
Modalità di visita: Libera
Cavallerizzo di Cerzeto è uno di quei centri Calabresi che ha una chiarissima origine Albanese.
Cavallerizzo, o, in arbereshe, Kajverici, fu fondata, così come le altre città dalla medesima origine, dai profughi Albanesi in fuga verso il sud Italia attorno al XV secolo, cioè quando l’Albania subì l’invasione Ottomana. C’è da fare una precisazione però: nonostante non si riesca ad andare molto addietro negli anni per scoprire le radici di questi paesi, pare che comunque non siano stati fondati dagli albanesi stessi ma che gli albanesi si siano semplicemente insediati in borghi preesistenti.
La differenza, probabilmente, sta nel fatto che laddove i profughi erano in numero esiguo, erano assimilati dalla popolazione, mentre, dove erano in maggioranza, hanno imposto i loro costumi e la loro lingua.
Cavallerizzo fu fondata nella seconda metà del XV secolo col nome di San Giorgio in San Marco che poi si trasformò prima in Cavalcato e infine in Cavallerizzo; la sua appartenenza al comune  di Cerzeto gli fece poi guadagnare quell’ultimo epiteto “di Cerzeto”.
I ri-fondatori del borgo erano devoti a San Giorgio Martire cui dedicarono prima una cappella e poi una chiesa. Durante il XIX secolo una delegazione di questo paese si recò presso la piana dei Greci, oggi piana degli Albanesi (Palermo), per acquistare proprio una statua di San Giorgio, patrono anche di quel luogo, statua oggi ancora presente nel paese.
Il borgo, nel corso dei secoli, ha sempre dovuto fare i conti con le frane; la Calabria è una delle regioni con il rischio idro-geologico più elevato. Infatti, già nel XVII secolo ci sono documenti che attestano di movimenti franosi avvenuti nel tempo e di danni, seppur di lieve entità, occorsi alle strutture.
La tipologia di frana che colpisce questi territori è di tipo molto lento, tanto da non aver mai provocato morti, poiché il loro lento scorrere dà molteplici avvisaglie tali da permettere di mettersi in salvo con larghissimo anticipo.
La lentezza che caratterizzava i movimenti franosi non ha mai convinto gli abitanti di Cavallerizzo a spostare il centro abitato, piuttosto li ha spinti a
ristrutturare le costruzioni danneggiate e cercare di intervenire sul movimento franoso stesso, seppur in maniera sterile.

Nel 1952 fu proposta, dall’allora Sindaco, la delocalizzazione del comune proprio a causa di questi eventi franosi, ma la proposta fu mal vista dalla popolazione e quindi fu immediatamente accantonata.
L’anno della svolta con la forzata delocalizzazione è stato il 2005, poiché i danni iniziavano a farsi seri e iniziavano ad esserci anche pericoli seri per la popolazione; il soggetto proponente, anzi, costringente, fu la Protezione civile, la quale impose l’evacuazione del centro abitato e la costruzione di un nuovo centro più a valle. Purtroppo il nuovo paese, oltre a trovarsi a valle del terreno in movimento, è stato costruito con criteri gelidi e distaccati, si tratta di casermoni di cemento, suddivisi in cinque quartieri.
Attualmente nella Cavallerizzo abbandonata è in corso un piano di recupero grazie all’associazione “Cavallerizzo vive – Kajverici Rron”.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto - Gianluca Lipartiti
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