Campomaggiore - La città dell'utopia - Paesi Fantasma

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Campomaggiore - La città dell'utopia

Paesi Fantasma > Italia > Basilicata
Provincia: Potenza
Tipologia: Città utopica
Stato attuale: Ruderi
Periodo edificazione: XII secolo
Periodo abbandono: 1833
Motivo abbandono: Frana
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con restrizioni

Che la zona di Campomaggiore fosse abitata da secoli lo evinciamo dal ritrovamento, nelle vicinanze, di scavi archeologici di epoca romana. In origine era un accampamento militare ma poi, nel XII secolo, il “Campus Maiorem” (“campus” militare o “campus” di grano) iniziò a prendere forma e divenne un piccolo centro abitato. Questo accadde dopo le scorribande degli Arabi prima e dei Bizantini poi, che furono cacciati, a loro volta, dai Normanni, che instaurarono un governo duraturo.

I Normanni donarono vigore a questa zona al punto che la stessa popolazione, nel 1268, partecipò, di spontanea volontà, ad una rivolta affiancandosi a regnanti.
In seguito, arrivarono Gli Angioini, i quali causarono la rovina di Campomaggiore, poiché la cittadina fu del tutto rasa al suolo e gli abitanti furono giustiziati. Da quel momento divenne un feudo poco
considerato e dallo scarsissimo rendimento agricolo abitato da poche centinaia di persone.
Nel XVII secolo il feudo fu assegnato alla famiglia Rendina da Filippo IV, da cui ricevette l’ordine di ripopolarlo. La famiglia Rendina intuì le potenzialità della zona, soprattutto in campo agricolo, e fu così che rifondarono la città secondo i dettami architettonici e filosofici del tempo.

La costruzione della nuova cittadina iniziò nel 1700 dal progetto di Giovanni Patturelli che era uno degli allievi del più noto Vanvitelli e seguiva le idee utopistiche di Robert Owen e Charles Fourier.
Il paese fu progettato per sole 1600 anime con la disposizione delle abitazioni a scacchiera; gli abitanti avevano tutti un appezzamento di terra da coltivare con un preciso numero di ulivi e una vigna.
Al centro del paese vi era la piazza dei Voti, con la chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e, di fronte, il palazzo Baronale.
La piazza fu così chiamata in ricordo dell’impegno delle prime sedici famiglie che contribuirono alla costituzione del paese nel 1741. Il tutto fu fatto in grande stile, i Rendina emanarono un editto che prevedeva alloggio e terreno per chiunque si fosse trasferito a Campomaggiore e richiamarono le maestranze da Bitonto per la piantagione degli ulivi.

Nel 1833 la popolazione contava ben 1500 anime ed era un centro molto avanzato infatti, era uno dei primi comuni ad avere una stazione ferroviaria; inoltre era dotata di cimitero, una grande fontana che fungeva anche da lavatoio, numerosi frantoi dislocati in varie zone del paese ed un comando di forze armate.
Una leggenda vuole che nel 1885 due contadini abbiano avvistato la Beata Vergine protettrice del borgo, la quale li invitava a lasciare il paese poiché, di lì a poco, un evento nefasto avrebbe colpito la cittadina.
Infatti, immediatamente dopo avere evacuato il paese, questi iniziò a sgretolarsi a causa di una frana mandando in fumo i progetti ed i sogni dei Rendina.

La nuova Campomaggiore fu ricostruita a 4 km dalle rovine, a 400 metri di quota più in alto, su un terreno più stabile.

Il vecchio borgo era caratterizzato dalla presenza del palazzo Baronale, detto anche Castello Rendina, dalla chiesa intitolata alla Beata Vergine; inoltre, poco fuori dal paese erano presenti il casino della contessa ed il ponte della vecchia.

Il palazzo Baronale era una grande costruzione con un’apertura centrale.
Rimane in piedi la facciata nord che affacciava sulla piazza, zona probabilmente più stabile del paese. È possibile ancora vedere quale fosse la pianta originale della struttura che superava ampiamente i 30 metri di lato. All’interno era presente anche un giardino e al cui interno, erano stati scavati dei cunicoli nella roccia che probabilmente servivano a convogliare le acque piovane dalle nicchie scavate negli angoli del giardino.

La chiesa dedicata alla Santa Maria del Carmine o Carmelo, era ubicata di fronte al palazzo Baronale; ad oggi è riconoscibile grazie alla presenza del campanile che è rimasto in piedi. L’edificio era piuttosto grande, anche qui su un lato superiamo i 30 metri, e si riescono a distinguere ancora le navate e le varie strutture della chiesa.

Il cosiddetto “Casino della Contessa” si trova a circa tre chilometri dal vecchio paese ed era la residenza estiva della famiglia Rendina. Fu costruita all’inizio del XIX secolo ed è una villetta di campagna, sostanzialmente sobria e semplice, che comprende però anche una piccola fortificazione con una torre sul lato posteriore.

Il Ponte della Vecchia risale al 1407 ed ha la caratteristica forma a “schiena d’asino”.
Questo ponte, già nel XIX secolo, era considerato un’opera d’arte da preservare e per questo motivo ne fu richiesto il restauro dalle istituzioni dell’epoca.

La visita al paese è stata possibile grazie al permesso del Sindaco Candio Tiberi che ci ha fatto accompagnare nel paese vecchio; il borgo è chiuso da un cancello ed attualmente, oltre ad un interessantissimo progetto di recupero del giardino botanico già esistente al tempo d'oro di Campomaggiore, sono in atto numerose manifestazioni culturali all'interno del paese, sintomo di una volontà ferrea di fare cultura e di voler recuperare la memoria del luogo grazie agli spettacoli.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

Foto: Fabio Di Bitonto
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