Belchite - La città tradita - Paesi Fantasma

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Belchite - La città tradita

Paesi Fantasma > Mondo > Spagna
Provincia: Saragozza
Tipologia: Borgo rurale
Stato attuale: Ruderi
Periodo abbandono: 1937
Motivo abbandono: Guerra
Accesso: Su strada
Modalità di visita: Con guida
Belchite era un ridente borgo nella provincia di Saragozza.
Esso fu distrutto durante la guerra civile Spagnola, in quella che fu chiamata proprio “Battaglia di Belchite” nella fine dell’estate del 1937. Le sue rovine furono lasciate a subire i segni del tempo e il regime franchista costruì la nuova cittadina a pochi chilometri.
Il suo nome, probabilmente, deriva dalla parola greca “Xexca” che sta ad indicare una terra ricca di paludi e lagune.
Come spesso accade per luoghi che divengono famosi per la loro storia presente o per eventi importantissimi nell’immediato passato, risulta difficile trovare informazioni che riguardino la sua origine di insediamento abitativo.
Belchite, successivamente alla sua distruzione, fu insignita dal dittatore Franco, della più alta onorificenza militare spagnola, la “Cruz Laureada de San Fernando” poiché pare che Belchite sia stato il freno che ha consentito alle “furie rosse” di non avanzare.
In pratica Belchite fu il teatro dei tentativi di avanzata dei comunisti e, di proposito, le milizie franchiste bloccarono l’esercito nemico in questo borgo affinché si potessero perfezionare meglio le strategie e le operazioni più a nord cosicché fosse possibile la vittoria.
In questa battaglia Belchite fu bombardata, razziata, stuprata e distrutta.
La cittadina versò il sangue di uomini, donne e bambini per salvare la patria, almeno questa è l’idea che ci si fa leggendo il testo dell’onorificenza militare, ma, tempo fa, nel 1937, queste rovine furono definite putride e maleodoranti da chi, provenendo dall’estero, si recò in questi luoghi.
Purtroppo era forte l’odore di morte e distruzione quando la guerra cessò, ma molto superficialmente qualcuno pensò che fosse più importante parlare del fastidio che la morte desse piuttosto che parlare della morte stessa.
Questa cittadina non fu né rasa al suolo né tantomeno ricostruita in loco affinché fosse un monito alla memoria e a quegli eventi tanto terribili che sono accaduti; infatti, all’ingresso è possibile leggere una scritta molto significativa:

“Pueblo Viejo, ruinas historicas”
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Articolo: Fabio Di Bitonto

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