Valle Piola - Il borgo che non si vende - Paesi Fantasma

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Valle Piola - Il borgo che non si vende

Paesi Fantasma > Italia > Abruzzo
Provincia: Teramo
Tipologia: Stazzo
Stato attuale: Non buono
Età di edificazione: XI secolo
Data di abbandono: 1977
Motivo dell’abbandono: Spopolamento
Accesso: Su strada sterrata
Modalità di visita: Con restrizioni
Valle Piola è un piccolo borgo abbandonato fra i Monti della Laga in provincia di Teramo.
Il borgo è costituito da nove edifici più la chiesa e una piccola costruzione usata dai pastori; l’abbandono risale al 1977, anno in cui l’ultima famiglia residente decise di trasferirsi altrove.
Il paese sorge ad oltre 1000 metri di altitudine ed è servito da una strada che nei pressi del paese inizia ad essere sterrata.
Una particolarità del borgo è la presenza del caratteristico gafio, tipico balcone longobardo, ancora presente su qualche edificio.
Le prime informazioni riguardanti questo Valle Piola risalgono all’XI secolo e hanno sempre fornito dettagli riguardanti la grande indipendenza che avesse rispetto ad altri borghi grazie alla sua posizione di confine.
Le strutture sono risalenti prevalentemente all’800, mentre la chiesa, che si tiene in piedi grazie ad una struttura metallica, è stata riedificata nel 1892.
Il primo colpo assestato a questo paese avvenne nel lontano 1152, quando ci fu uno spopolamento forzato dai monti nel tentativo di ripopolare Teramo dopo un terribile terremoto che mieté numerosissime vittime; le difficoltà non furono poche, poiché il paese, essendo isolato, necessitava di tutte le sue forze per potersi auto sostentare. Le case avevano stalle annesse, dove dimoravano bovini, suini, ovini e cavalli ed ognuno aveva il su appezzamento di terra per coltivare diviso da muretti a secco che formavano terrazzamenti che stabilizzavano il pendio.
La coltivazione di legumi e patate era quella prevalente, ma durante la stagione estiva si riuscivano a coltivare anche altre varietà vegetali.
L’isolamento del luogo ha fatto conservare sino a tempi molto prossimi ai nostri il dialetto di origine longobarda che era famoso nei borghi limitrofi per la sua incomprensibilità.
Dal XIII secolo sino all’unità d’Italia queste zone sono sempre state assai difficili da gestire per i regnanti, poiché trovandosi in una situazione economica precaria, avevano sempre difficoltà a pagare le tasse, al punto di guadagnarsi l’appellativo di paesi rivoltosi dato che spesso e volentieri c’erano sommosse. Inoltre, la zona si prestava a nascondere i nemici dello Stato e molte sono le storie riguardanti i briganti che vi si nascondevano.
La zona antica del borgo ha una tipica forma ad U che segue quella dell’anfiteatro naturale in cui è posta. Pare che al di sotto del borgo ci fossero delle grandi cavità ma si narra che queste crollarono durante un periodo molto piovoso.
La corrente elettrica raggiunse il borgo nel 1955, mentre il telefono dieci anni più tardi.
Lo spopolamento avvenne a causa dell’attrattiva che le città offrivano rispetto alla vita difficile in montagna; le prime famiglie iniziarono ad andare via negli anni ’50; l’ultima emigrò nel 1977.
Il borgo è stato anche teatro di riprese cinematografiche, nello specifico han girato qui:

• Partita Immortale, di Donato di Pasquale
• Una storia di lupi, di Cristiano Donzelli

Valle Piola è stata al centro, spesso, di chiacchiericci su una possibile vendita, ma al momento le notizie certe sono veramente poche; nel 2011 il borgo fu messo in vendita a 550.000 € ma nessun compratore si fece avanti.
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Articolo: Fabio Di Bitonto

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